La proposta progettuale per la riquali/icazione dell’edificio di Via delle Orsole è orientata alla realizzazione di una buona chiarezza volumetrica in considerazione dell’aumento di superficie edificabile. L’edificio esistente è collocato in un’area del centro di Milano particolarmente influenzata dalle modifiche e dalla stratificazione degli interventi storici.
Questa modalità di crescita, tipica di Milano, qui è particolarmente visibile. La costruzione di uno spazio così complesso, in cui la relazione fra aggiunte e stratificazioni determinano relazioni di prossimità e dialoghi fra forme e linguaggio architettonico, necessita di una lettura del tessuto urbano articolata.
Il paesaggio urbano che si è determinato nell’area urbana di progetto, dalla forma trapezoidale, esprime sin nei sedimi degli edi/ici una continua ricucitura planimetrica e volumetrica.
L’edificio esistente disegnato dall’architetto Cassi Ramelli interpreta con un’articolazione volumetrica le diverse tensioni fra piano della strada e sviluppo verticale degli edifici, fra quota del piano pubblico e livelli che all’interno di un tessuto così denso non hanno una grande relazione con piano dello spazio collettivo, ma con le masse costruite dell’intorno. I nuovi vuoti, tracciano gli spazi di relazione fra la dimensione delle masse e il tessuto urbano.
L’edificio si trova in un margine in cui la città stava cambiando e sta cambiando ulteriormente. Un margine fra la parte della città pubblica “istituzionale” e la città della residenza storica, la città costruita sulla città romana, lungo un tracciato storico, ma fatta di edifici “consueti”, quasi modesti, molto differenti, come linguaggio architettonico dalla città che si costruisce alla fine dell’ottocento.
La ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale ha ulteriormente accentuato questo aspetto, ponendo questo edi/icio proprio in un punto di cambiamento evidenziato anche dalla incompiutezza di Vicolo Santa Maria alla Porta.